FORMAZIONE
Formarsi con la Commedia dell’Arte non vuol dire formarsi in Commedia dell’Arte. È solo una delle tante vie, a nostro avviso molto efficace e completa, per un addestramento attoriale non solo come patrimonio tecnico, ma anche e soprattutto di approccio al lavoro.

Le nostre proposte formative viaggiano sempre su due binari paralleli: la connessione con una tecnica rigorosa che rende riconoscibile e efficace il codice della Commedia dell’Arte; e parallelamente una continua sperimentazione di forme e contenuti per captare, come allora, le urgenze e le istanze della società odierna.
In passato La Bottega dei Comici ha sempre organizzato corsi (annuali e biennali) di formazione non solo in Commedia dell’Arte, ma anche in Danza e in Recitazione base, condendo la sua proposta didattica con approfondimenti specifici sul Buffone, l’Antropologia, la musica, la biomeccanica, la costruzione di maschere in cuoio. Molti dei nostri ex-allievi ora lavorano con successo come attori, e alcuni di essi sono entrati a far parte della compagnia a pieno titolo.

Dopo questa pausa forzata causa Covid La Bottega riparte con un programma formativo di quattro appuntamenti intensivi, in ognuno dei quali si studieranno le tecniche di base di Commedia dell’Arte con Gabriele Guarino e di volta in volta il programma sarà integrato da una disciplina diversa, ognuna delle quali strettamente connessa al lavoro di Commedia dell’Arte, ma che rappresenta anche un’esplorazione autonoma di nuove possibilità espressive inerenti alla disciplina stessa.
Con Vania Casterlfranchi si attingerà alla tradizione degli elementi archetipici comuni a tutte le culture del mondo, in cui la maschera gioca un ruolo centrale, e inquadrare quindi le maschere della Commedia dell’Arte come una specifica declinazione geo-storica di una più ampia e universale cornice di significato sociale e culturale.
Con Claudia Costantini si proverà a far risuonare le vocalità delle nostre maschere, e coniugare le tecniche di canto e di emissione con i concetti di deformazione di corpo e voce che rendono coerente ogni maschera. Cantare in maschera in realtà è un’espressione di uso molto comune tra gli addetti ai lavori, proiettare la voce attraverso le ossa del cranio, del viso. Si tratta quindi di adattare questo concetto anche attraverso una maschera vera e propria.
Con Francesca Cinanni le maschere danzeranno, e si lavorerà sulle possibilità espressive del movimento che fa dell’anti-estetica propria del grottesco, una sua nuova estetica. La danza quindi, come congiunzione delle arti del tempo e dello spazio, attraverso corpi deformati, caratterizzati, come già più di un secolo fa iniziò a fare Nijinskji con la sua rivoluzione grottesca.
Con Alberto Ferraro la Commedia riprende a essere un’orchestra di suoni in movimento. Non si tratta di imparare a suonare uno strumento per eseguire un concerto, ma individuare le peculiarità sonore di ogni strumento che possano essere al servizio di una scena, di un carattere, di una battuta a effetto, o addirittura di un gesto, e far sì che la musica stessa possa recitare con l’attore, e non al suo posto.















